tratto da una storia vera
Dal regista Golden Globe di Salvatore – Questa è la vita, La bella società e I cantastorie,
arriva nei cinema italiani INDAGINE DI FAMIGLIA, il nuovo film di Gian Paolo Cugno in uscita il 12 dicembre con Marconi Entertainment.
con
Michael Ronda, Pippo Pattavina, Sebastiano Lo Monaco, Roberta Rigano, Mariano Rigillo, Marcello Mazzarella, Manuela Ventura, Maurizio Nicolosi, Domenico Gennaro, Ester Vinci, Maribella Piana, Antonio Alveario, Luca Iacono, Lucia Cammalleri, Silvio Laviano
Sono entusiasta di condividere il mio coinvolgimento come VFX Supervisor nel film Indagine di famiglia, diretto dal talentuoso regista Gian Paolo Cugno. Questo progetto rappresenta un viaggio unico attraverso una storia intensa, dove la narrazione visiva ha giocato un ruolo cruciale.
Lavorando in autonomia, mi sono interfacciato direttamente con il regista per creare effetti visivi che potessero amplificare la potenza narrativa del film.
Ogni scena è stata studiata con attenzione, assicurandomi che gli interventi digitali si integrassero armoniosamente con le immagini girate. Un aspetto stimolante è stato tradurre le esigenze creative del regista in soluzioni visive che risultassero sia realistiche che emozionanti, ho affrontato ogni sfida con un approccio mirato, garantendo qualità e precisione in ogni dettaglio.
È la storia di una famiglia che cerca giustizia per i propri antenati: il giovane Nick (Michael Ronda) è determinato a indagare su un crimine apparentemente commesso dai suoi avi, la cui colpevolezza è rimessa in discussione quando una lettera datata 1960 viene recapitata a sua nonna Maria (Maribella Piana). Nella missiva, l’avvocato Domenico Accaputo (Luca Iacono) sostiene infatti di aver trovato delle prove a favore dei suoi parenti, che li scagionerebbero dall’omicidio del Barone Dramonterre (Sebastiano Lo Monaco): questa rivelazione dà il via all’avventura che riporta Nick alle sue radici, dall’America al piccolo paese siciliano di Floridia, con l’obiettivo di ricostruire la verità.
INDAGINE DI FAMIGLIA è ispirato a una storia vera, che il regista ha ricostruito grazie a una lunga ricerca negli archivi di un tribunale siciliano. Il film è stato girato in provincia di Siracusa, mantenendo fedeli i luoghi delle vicende reali, mentre le riprese negli Stati Uniti si sono svolte nella città di Rocky Hill, nel Connecticut.
“Il racconto si snoda su due diversi archi temporali: da una parte il racconto in costume di una Sicilia incantata, aspra e genuina con le casupole dei contadini, le chiese barocche e le masserie imponenti dei padroni, e dall’altra quello odierno, in cui un giovane parte dal Connecticut per andare a riscoprire in Sicilia le origini della sua famiglia di emigrati.” – afferma il regista Gian Paolo Cugno.
Drammatico - Italia - 2024 - colore e B/N - 105 min
Regia Gian Paolo Cugno, Sceneggiatura Gian Paolo Cugno, Fotografia Gianluca Laudadio, Scenografia Paolo Previti, Gian Paolo Cugno, Costumi Antonella Balsamo, Montaggio Ugo De Rossi, Effetti Visivi Emiliano Leone, Musiche Originali Paolo Vivaldi.
Una produzione Marconi Entertainment S.r.l. e Stemo Production S.r.l.
Produttori Gaetano Indomenico, Ettore Indomenico
Sinossi
Una lettera inviata da Floridia, una piccola cittadina in provincia di Siracusa, viene recapitata sessant'anni dopo in una casa del Connecticut, negli Stati Uniti d'America. La destinataria è la signora Maria Spada, emigrata dalla Sicilia nel dopoguerra, riunitasi quel giorno con la famiglia per festeggiare il suo centesimo compleanno. Nella lettera, datata 1960, l'avvocato Domenico Accaputo comunica a Maria di aver finalmente trovato prove inconfutabili dell'innocenza del padre Nicolò, del nonno Sebastiano e dello zio Pietro, ingiustamente accusati alla fine del diciannovesimo secolo dell'omicidio di un ricco proprietario terriero di nome Dramonterre. Con l’intento di riportare alla luce la verità e ricostruire l’intera vicenda che ha sconvolto la sua famiglia, Nick, il giovane nipote di Maria, parte per la Sicilia. Ma a Floridia, dopo più di cento anni, qualcuno tenta ancora di tenere nascosta nell’ombra una storia di omertà, lotta di classe e ingiustizia.